METODOLOGIA DI ANALISI DEI DATI

Siamo giunti alla fase dell’analisi dei dati ricavati dal questionario, somministrato agli studenti e alle studentesse del nostro Liceo, i quali lo hanno a loro volta fatto compilare ai loro genitori e nonni. Per questa analisi abbiamo chiesto aiuto al prof. Massimiliano Colombi, che ha pazientemente ascoltato il nostro racconto. Nel corso di questi mesi, ci si è resi conto della complessità di questo lavoro, soprattutto nel metodo della ricerca.
Le difficoltà incontrate sono state l’inesperienza per una ricerca sul campo, tempi molto stretti per la progettazione e realizzazione del progetto che male si coniugano alle esigenze della didattica.
I dati raccolti dall’agenzia esterna che ha messo in rete il nostro questionario, ci sono stati forniti in modo disaggregato in formato csv. Tutte le risposte, grazie al lavoro delle docenti Acciarri e Cimino svolto insieme ad alcuni studenti, sono state suddivise in base ai 4 ambiti di interesse: Consumo sostenibile, Diritti dei consumatori, Educazione finanziaria, Educazione digitale.
Per ciascuno abbiamo ricavato le statistiche generali e quelle dei dati aggregati per fascia di età e sesso. Su indicazione delle insegnanti di scienze umane e dei ragazzi, abbiamo cercato qualche correlazione. La matematica, attraverso la statistica, ci permette di sintetizzare centinaia di dati in pochi numeri ma la lettura di questi numeri, le informazioni che se ne possono ricavare e le relative interpretazioni afferiscono ad altri ambiti.
Ci siamo resi conto che per dare un senso alle risposte bisogna saper porre le giuste domande, che è necessario saper lavorare insieme, mettendo in comune le diverse competenze ascoltandosi e che per fare questo servono tempi più distesi e spazi adeguati.
Premesso questo, dal sondaggio è emerso che tutti ritengono l’acqua una risorsa preziosa e limitata ma in pratica non fanno molto per limitarne i consumi; la percezione diffusa (87%) è quella di utilizzarne nella media o meno della media.
Le domande sul risparmio e le forme di investimento sono quelle che hanno ricevuto meno risposte e la maggior parte dei “non so” è attribuita al fatto che non si parla facilmente dell’investimento del denaro o c’è poca consapevolezza di come risparmiare. Usano il trasporto pubblico per lo più gli studenti, ma solo per andare a scuola; nel tempo libero si preferisce l’auto privata. Gli spostamenti in bicicletta sono pochissimi probabilmente colpa del territorio collinare e pochissime sono le auto elettriche o ibride. La televisione è appannaggio dei boomers e dei nonni; i giovanissimi non la guardano, non ascoltano la radio e usano il computer meno dei genitori: loro hanno lo smartphone! Con questo comunicano, si svagano e raccontano il loro vissuto.

Il prof. Colombi ci spiega attraverso le sue esperienze di vita, il suo bagaglio culturale da sociologo e il suo impegno nelle società di ricerca, come comprendere ciò che è stato rilevato con il questionario.
Una questione di metodo?
La prima slide mostra un quesito: le scienze sociali possono aiutare?
Il professore ci aiuta a capire che a volte ci confondono ma aldilà dei limiti, l’idea di allestire una ricerca sul campo tra docenti e studenti è senz’altro interessante.
Non basta raccogliere i dati, bisogna leggerli: che informazioni ci forniscono? Dobbiamo stare attenti a non far dire ai dati ciò che vogliamo noi, piuttosto analizzarli in modo oggettivo e con cautela.
Una domanda importante che dobbiamo porci è: il mio comportamento, quello dei miei genitori, dei miei nonni che impatto ha sul funzionamento della società? Tra “colleghi scienziati sociali”, proviamo ad interrogare i nostri comportamenti, le nostre scelte, i nostri “sbandamenti”. Il professore è stato colpito dalla modernità del questionario, poiché dietro a quelle domande si nascondono delle cornici importanti che gli adolescenti di oggi troveranno in futuro in un contesto storico sociale.

Il secondo quesito che propone la slide è: siamo in un laboratorio e che cosa apprendiamo da questa esperienza?
Ci sono ingenuità nel questionario poiché da come viene posta la domanda si influenza la risposta e alcune di queste sono state elaborate da boomer!
Spesso di fronte ai dati cerchiamo di trovare conferme di ciò che pensiamo tuttavia, secondo il prof. Colombi, i docenti e gli alunni sono ancora dotati di pensiero critico, pensiero che deve necessariamente essere allenato.
L’ultimo quesito che pone la slide è:
il campione è statisticamente rappresentativo?
E’ socialmente significativo, ma nella scelta del campione avremmo dovuto fare più attenzione alle fasce d’età a cui porre i quesiti, poiché nascono sempre meno bambini e la popolazione invecchia tanto. La percezione della realtà è sempre diversa dalla realtà. Tuttavia la realtà è data dalla percezione della realtà stessa perché l’uomo è testa e comportamento emotivo, gli psicologi ci dicono che ci muoviamo nella realtà attraverso la percezione che abbiamo di essa
Che cosa stiamo provando a fare noi qui oggi?
Una costruzione sociale, cioè il senso condiviso, come i dati entrano nella definizione del problema su cui devo lavorare: vogliamo lavorare sull’acqua? Sul Trasporto pubblico? Sulla consapevolezza digitale? Facciamo palestra insieme!
Il senso condiviso non è di per sé un dato, ma il risultato di una costruzione sociale. Nella società moderna è importante possedere la consapevolezza che i comportamenti che mettiamo in atto contribuiscono al cambiamento e sono indispensabili.
Il numero di docce che fanno oggi i giovani messe a confronto con il numero di quelle fatte dai loro nonni, ci mostrano che siamo oggi in una società molto più “pulita” ma che il consumo idrico è cresciuto in modo esponenziale. Incrociare le generazioni nel questionario ha senso e ci restituisce consapevolezza.
Arrivando alla consapevolezza digitale è fondamentale aver chiaro cos’è la CITTADINANZA DIGITALE ovvero quali sono i diritti e i doveri del cittadino digitale, argomento che ha a che fare con la giustizia.
Ho il diritto di pubblicare foto intime? Ho il diritto di insultare una persona sui social?
Le DISUGUAGLIANZE DIGITALI, che sono emerse nel periodo del covid hanno reso chiare le disparità sociali: chi aveva il computer e chi no, chi era in grado di usarlo e chi no.
Una nuova forma di ESCLUSIONE SOCIALE che noi sociologi stiamo studiando oggi è il rischio di essere messi fuori gioco se non si avranno competenze digitali allineate con i nuovi bisogni della cittadinanza digitale.
Chi non avrà competenze digitali resterà a casa. Essere cittadini digitali consapevoli vuol dire avere capacità tali da poter utilizzare gli strumenti digitali in maniera consona e responsabile conoscendone i rischi.
Come diventare consumatori consapevoli e sostenibili?
Leonardo Becchetti professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha coniato il termine ”voto col portafoglio”, l’espressione che indica il potere dei cittadini nel momento dell’acquisto, di fare la scelta responsabile che sostiene la buona economia, quella inclusiva, rivolta verso i territori, i bisogni reali delle persone.
Le scelte economiche dei cittadini hanno un impatto enorme nelle scelte delle imprese
