Consumi e stili di vita di tre generazioni. Indagine comparativa dei consumi di ieri e oggi della Provincia di Fermo. Progetto del Liceo Economico e Sociale

EDUCAZIONE FINANZIARIA   

 “Il capitale umano femminile: potenzialità inespresse, rapporto con il denaro e ricadute sul sistema economico”

Incontro con la prof.ssa Azzurra Rinaldidirettrice della School of Gender Economics, Unitelma Sapienza Roma

Nell’ambito dell’educazione finanziaria ci è parso opportuno e molto interessante per i nostri studenti pensare ad un intervento della Prof.ssa Azzurra Rinaldi, economista femminista, che nell’ambito degli studi di genere ha riflettuto su  come il sistema economico in Italia vede il coinvolgimento dell’imprenditoria femminile nello sviluppo nazionale ad oggi e le potenzialità future.

L’intervento si è sviluppato entro la cornice indicata dalla tematica del progetto stesso, sottolineando le potenzialità inespresse del mondo femminile, ha avuto come titolo “Il capitale umano femminile: potenzialità inespresse, rapporto con il denaro e ricadute sul sistema economico”. 

Alla domanda “C’è ancora bisogno di parlare di parità di genere?” rivolta agli studenti che hanno risposto in modo affermativo, la professoressa ha fornito una serie di dati dai quali si evince che nonostante le donne costituiscano il 51,4% della popolazione, solo il 5% nel nostro paese ricoprono ruoli apicali, nonostante per livello di scolarizzazione e competenze risultino in cima alle classifiche di AlmaLaurea. 

Quali sono dunque gli ostacoli?  

Gli ostacoli sono legati al retaggio culturale d’impostazione patriarcale e la conseguente divisione del lavoro di cui la teoria economica è tra le maggiori responsabili. Da economista la Rinaldi ci tiene a sottolineare le responsabilità di un sistema  che rende la diseguaglianza di genere pervasiva al punto che, una donna su tre lascia il lavoro al primo figlio ed è difficile che vi faccia rientro. 

In Italia, ma anche nel mondo, molte donne decidono di fare impresa al femminile, si associano e molto spesso assumono altre donne, incrementando così l’occupazione femminile. Alcuni dati rilevano che in questi anni, il 75% delle nuove imprese sono femminili e concorrono a contrastare le diseguaglianze. 

Cosa fare dunque? Diventare attori e attrici del cambiamento, portare una nuova narrazione per cambiare i meccanismi patriarcali che la nostra società ha interiorizzato.